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La casa d’accoglienza

Nel 1982, Nerino quale responsabile del Gruppo Scout di Cilavegna, con l’aiuto di giovani volonterosi, provvedeva alla raccolta di indumenti da destinare alle persone più bisognose del territorio o a varie Istituzioni caritative; durante un pellegrinaggio alla Madonna della Guardia (Genova) ebbe l’ispirazione di non raccogliere solo stracci ma di “recuperare” persone, togliendole dalla strada o dall’indigenza.

Per anni coltivò nel cuore quel sogno!  

Finalmente, il 19 marzo del 1989, acquistata una vecchia casa colonica, in Cilavegna, vicolo Manzoni 1/3 provvide alla ristrutturazione della stessa, quasi esclusivamente per opera dei volontari, ricavandone, in un primo tempo, un ufficio, una cucina, un refettorio ed una lavanderia e relativi servizi igienici. In un secondo momento, sul lato Nord vennero costruite ben sette stanze ed un mini appartamento.

Tutto questo costituisce la CASA DI ACCOGLIENZA che, ancor prima di essere inaugurata (15/05/1994) accolse, per motivi di emergenza, dal 15 novembre 1993 ben ventidue profughi bosniaci (donne e bambini) attuando un PROGETTO DI ASSISTENZA UMANITARIA a favore delle popolazioni della ex Jugoslavia, allora in guerra.

Dopo alterne vicende, l’ultima famiglia bosniaca lasciò la Casa il 13 giugno del 1996.

 

Il 20 marzo dello stesso anno, si accoglieva la prima ragazza albanese, venuta in Italia per cercare lavoro. Alla prima, se ne aggiunsero e alternarono molte altre, tutte ragazze che, attraverso progetti ministeriali e accordi con comuni e autorità giudiziarie, l’Associazione ospita e assiste in attesa di un ritorno graduale nella società e nel mondo del lavoro. 

Da diversi anni, a favore di donne e loro bambini,  lavorano alcuni operatori qualificati, il cui compito non è sempre facile. La particolare situazione delle ospiti al momento dell’accoglienza, i traumi subiti, la diversità della lingua a dei costumi, la ricostruzione del loro “curriculum” personale al fine dell’ottenimento di documenti necessari ad un regolare soggiorno e al lavoro, la necessità di provvedere alla loro istruzione, sono alla base del processo individuale che l’equipe educativa individua per ogni ospite.

Il 19 marzo 2000, la Casa d’Accoglienza in Vicolo Marconi 1/3, alla presenza di Mons. Giovanni Locatelli, vescovo di Vigevano, del Senatore Domenico Contestabile, vicepresidente del Senato, del Sindaco e del Parroco di Cilavegna,  è stata dedicata a Nerino, il cui volto sereno spicca da un altorilievo in bronzo, nella parte nord della Casa stessa.

Il magazzino della solidarietà

Nel corso degli anni, sono stati utilizzati oltre venti magazzini, per lo più vecchi locali messi a disposizione da qualche generoso benefattore; ben presto ne veniva chiesta la restituzione, per vari motivi, ed allora bisognava traslocare… il tutto con un enorme spreco di tempo e di energie!
Finalmente, con uno sforzo grandissimo, venne acquistato un appezzamento di terreno in Via Gravellona e si dette inizio alla costruzione di quello che è ora IL MAGAZZINO DELLA SOLIDARIETA’.

Inaugurato il primo giugno del 1997 occupa una superficie di 2.250 mq. coperti e serve allo stoccaggio di tutto il materiale che viene raccolto presso privati cittadini, aziende, enti, ecc. Vestiario, mobili e attrezzature che vengono successivamente inviati in ogni parte del mondo, soprattutto in Africa ed Europa dell’ Est.

Alla costruzione del Magazzino hanno contribuito, oltre ai volontari di Cilavegna, giovani provenienti da Belgio, Olanda, Italia, Gruppi Scout e giovani della Fondazione Exodus di don Mazzi.
Presso il “Magazzino della Solidarietà”, fino a tutto il 2003, è stata attiva anche la “Cooperativa Buon Samaritano” che produceva parti per l’industria tessile.
I positivi risultati ottenuti in un primo momento hanno dovuto fare i conti con la mutata normativa fiscale e la contingenza economica generale; decretandone la chiusura.

Dal dire al fare

“RACCOGLIETE TUTTI I PEZZI AVANZATI, AFFINCHE’ NULLA VADA PERDUTO”

Questa frase evangelica è la molla che da anni muove tutti i volontari dell’Associazione Pianzola Olivelli e li fa… correre da un paese all’altro per portare a casa tutto ciò che è ancora utilizzabile, salvandolo dalla discarica. Lo scopo era ed è “LA LOTTA CONTRO LO SPRECO” con il conseguente inquinamento.
Tutto è iniziato, come già abbiamo riferito, nel 1982 quando Nerino ed i suoi giovani raccoglievano vestiti, prodotti di prima necessità, da inviare nei Paesi in via di sviluppo o consegnare ai poveri del territorio; il grosso problema consisteva… sempre in questo: dove collocare il materiale raccolto, in attesa che venisse spedito? La Provvidenza li fornì di un capiente magazzino all’interno del quale poter custodire i materiali e preparare le spedizioni.