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I Paesi dell’Est

Le iniziative realizzate a favore dei Paesi dell’Est Europeo non sono da ritenersi  meno impegnative di quelle operate verso le popolazioni africane.   
    
ALBANIA
12 FEBBRAIO 1992
La prima `ondata’ di profughi albanesi sbarca sulle coste pugliesi; le immagini degli Albanesi disperati sulle barche stracolme di uomini, donne, bambini the tentavano di attraversare il mare, in fuga dal loro Paese, in cerca di libertà, …. invasero gli schermi televisivi!
Nerino, raccolse tutto quanto gli fu possibile (vestiti medicinali ecc.) e, con un pulmino, corse in loro aiuto.
A BRINDISI arrivò “primo”  fra tutte le associazioni di volontariato a alle  stesse Istituzioni dello Stato!
Da allora, gli aiuti all’Albania non cessarono più:
• nel 1993 fu installata una motopompa ed un generatore di corrente nell’ospedale di DURAZZO, privo di luce, acqua e riscaldamento
• nel 93/94 si diede ospitalità ad un medico albanese, in Italia per seguire uno stage di perfezionamento; alla partenza, gli fu donato un ecografo per il suo Ospedale
• nel 1995 nell’Ospedale Centrale di TIRANA fu installato un inceneritore di rifiuti ospedalieri a Valona  fu attivato uno studio dentistico
• in più occasioni fu offerta ospitalità a famiglie albanesi,ospitalità alle giovani albanesi dal 1996 a tutt’oggi
•  sono stati inviati ad oggi 16 TIR con materiali vari non da ultimo il  viaggio in MACEDONIA per portare aiuti umanitari a favore del KOSOVO nel 1999
• a SKUTARI sono stati inviati parecchi aiuti ed  un automezzo Mercedes Benz alla Caritas di Tirana  usato per la distribuzione dei viveri ai rifugiati nei vari campi profughi.  
Ai Paesi della Ex Jugoslavia, Nerino rivolse la sua attenzione ai primi sentori della guerra, personalmente si recò a Zagabria per contatti con le Autorità, nell’intento di portare in Italia un gruppo di bambini, al fine di salvarli dalle atrocità di una guerra the si presagiva ….lunga a difficile; non fu possibile per motivi burocratici, ma iniziò, da quel giorno, l’invio di aiuti.
Numerosissimi viaggi con TIR carichi di aiuti umanitari (a partire dal dicembre 1991), a Fiume, Zagabria, Vincovci, Spalato Mediugorte, ecc. di cui taluni in collaborazione con le Caritas del territorio o varie Istituzioni caritative; nel 1993 ben sei vagoni ferroviari, un’ambulanza, automobili, scaffalature, somme di denaro e, soprattutto, l’ospitalità offerta a ventidue profughi bosniaci (mamme con bambini) dal 1993 al giugno 1996 presso la Casa d’Accoglienza.
   
KABUL
Da ultimo, ma solo in ordine di tempo, attraverso l’esercito italiano, e in combianzione con l’Associazione “Interarma” di Milano, abbiamo raggiunto anche l’Afghanistan.   Caratteristica di questi interventi è il contatto diretto con enti o autorità che sollecitano interventi di vario genere; è così possibile il monitoraggio degli interventi stessi per dare il massimo della trasparenza possibile. Altra caratteristica  è che si proteggono anche oltre il momento emozionale, di quando cioè i media danno notizie continue creando nelle persone vere e proprie psicosi; sono le necessità dimenticate le vere storie da affrontare. 

I nuovi centri Pro-Vita

Nel 1994 si diede inizio alla costruzione del 1° CENTRO PRO VITA in località BAIA DO BISCO , alla periferia di Luanda, presso la Parrocchia di S. Joaquin; fu inaugurato il 28 ottobre di quello stesso anno, alla presenza di Nerino, e dell’Ing. Bigliardi vice presidente e progettista delgi stessi,  dell’Associazione, di Monsignor Giovanni Locatelli, Vescovo di Vigevano, a del Cardinal do Nascimento, Primate dell’Angola. 

In quella occasione, ricevettero un’accoglienza indimenticabile da parte di quanti avevano ricevuto aiuti di ogni genere; Monsignor Vescovo, come ebbe a dire, non aveva sentito altro che il “nome” di Nerino sulle labbra di molti che Lo conoscevano attraverso le Sue… opere!  

Il 2° Centro entrò un funzione il 1 agosto 1997 presso la Parrocchia di S. Andrè, net quartiere PETRANGOL; il 3° fu inaugurato il 28 febbraio del 1998 ed è denominato S. ANA; il 4°, messo a disposizione dal Cardinale, funziona net quartiere KIGOLO.  
  
I CENTRI PRO VITA sono microstrutture medico sanitarie, dislocate alla periferia di Luanda, dove i bisogni della popolazione sono più impellenti; per la loro costruzione (tre in materiale prefabbricato ed uno in muratura) e gestione per un anno, l’Associazione si è avvalsa di un contributo CEI (Conferenza Episcopale Italiana) a della CE (Commissione Europea); ad essi possono accedere, in particolare, le future mamme ed i bambini. Dotati di aria condizionata, arredati secondo le norme igieniche, vedono il concorso di oltre 100 persone, ogni giorno.    
Responsabile dei Centri è la Caritas Angolana, che ne cura la conduzione, affiancato da personale del posto. 

Per la costruzione dei centri, l’Associazione P.O. ha profuso il meglio delle sue potenzialità a continua a sostenerli con l’invio di attrezzature a medicinali. 
I Centri Pro Vita, hanno riscosso il consenso a la lode del MINISTERO DELLA SALUTE di Luanda (28/02/1998). 
  
Dal 1993, in Luanda, opera anche il CENTRO DI CURE ODONTOIATRICHE di cui è responsabile il dr. Scarpa di Milano, socio dell’Associazione; a favore del Centro sono stati inviati alcuni “riuniti odontoiatrici” (dono di medici dentistici), nonché attrezzature varie. 
  
Il Progetto si avvale del contributo di medici che trascorrono le loro ferie-lavoro in Angola al fine di alleviare, anche in questo ambito della medicina, le sofferenze della popolazione angolana che, praticamente… manca di tutto! 
  
Sono previsti, per un prossimo futuro, Corsi di formazione di medici angolani. 

In Angola

E’ il giugno 1985; alla chiusura della campagna “CONTRO LO SPRECO…  FURTO AL FRATELLO CHE SOFFRE LA FAME” c’è un invitato speciale; è Monsignor Giovanni Nervo, vice presidente della Caritas Italiana che, compiacendosi con i promotori delle varie iniziative che Nerino ed i giovani collaboratori, stavano intraprendendo, suggerisce l’Angola quale Paese africano cui destinare i proventi delle raccolte, viste le particolari necessità del paese, ormai in guerra da anni (guerra che, con alterne vicende, continua tuttora).    
  
Iniziano le varie campagne di sensibilizzazione a favore dell’Angola, senza dimenticare, nel contempo, particolari situazioni di emergenza sia italiane che di altri Paesi ; nel 86/87 “OPERAZIONE TRATTORE” consente di inviare in Angola un trattore MASSEY FERGUSSON da 99 cavalli, cui ne seguirono altri, nel corso degli anni successivi. Era stato Monsignor NTEKA, vescovo di Mbanza Congo (Angola) a chiedere aiuti, durante una Sua visita a Cilavegna, aiuti non soltanto in viveri, bensì in attrezzature agricole, che permettessero al Suo popolo di imparare a “bastare a se stesso”. 

Seguirono containers a containers con sementi, fertilizzanti, aratri, badili, pompe a per il prelevamento dell’acqua dai fiumi,  per il PROGETTO AGRICOLTURA; apparecchiature sanitarie, medicinali, sapone, bende, prodotti igienici e farmaceutici, per il PROGETTO SALUTE; macchine per cucire, stoffe, filo, aghi, ecc. per il PROGETTO DI FORMAZIONE DELLA DONNA al fine di creare scuole di taglio a cucito a favore della liberazione della donna, chiamata ad essere protagonista ed artefice del futuro dell’Angola; materiale didattico, macchine per scrivere, lavagne, banchi, cancelleria, a favore del PROGETTO CULTURA.  
 
Da notare che, i containers, una volta svuotati del loro prezioso carico, venivano adibiti ad aule scolastiche e che, con sette containers fu costituito il primo CENTRO MEDICO nel rione GOLF di Luanda.   
  
La Campagna 87/88 consistette nella raccolta di firme per “CHIEDERE LA PACE IN ANGOLA”, ai Grandi del mondo (U.S.A.; RUSSIA; SUD AFRICA; ITALIA) cui vennero inviati i volumi in cui si raccolsero le 80.000 firme; l’’intento era quello che i grandi del mondo si facessero “portatori di pace”!  


Intanto, il GRUPPO DI SOSTEGNO PADRE PIANZOLA diventava CARITAS PARROCCHIALE PADRE FRANCESCO PIANZOLA e, successivamente ASSOCIAZIONE PIANZOLA OLIVELLI, dotandosi di uno Statuto che le consentì nel 1995 di poter essere iscritta nel REGISTRO GENERALE REGIONALE DELLA REGIONE LOMBARDIA e, dal 1998 di divenire ONLUS “ORGANIZZAZIONE NON LUCRATIVA DI UTILITA’ SOCIALE”. 

In particolare, l’Associazione Pianzola Olivelli risultò dalla fusione della Caritas parrocchiale con l’Associazione TERESIO OLIVELLI, fondata da Nerino, tra i dipendenti CaRiPLo, che sempre hanno dato un generosissimo contributo alla concretizzazione delle innumerevoli iniziative portate a loro conoscenza; essi furono “il cuore” generoso mentre, a Cilavegna, i collaboratori, costituivano “il braccio” .   

Ormai l’Angola era… nei pensieri di tutti i collaboratori dell’Associazione; le frequenti visite di S.E. il Cardinal do Nascimento, primate d’Angola, dei missionari e delle  missionarie cui erano destinati gli aiuti, consolidarono il ponte ideale che collegava e ancora collega Cilavegna a quel lontano Paese!     

Nerino, dopo il suo primo viaggio in Angola (maggio 1989) trasmise a tutti il suo entusiasmo, con il racconto minuzioso da cui trasparivano i colori, i profumi, il calore della gente riconoscente!  
  
Il Cardinale, ricambiò, in giugno, la visita, consegnando, durante una solenne cerimonia nella Chiesa Parrocchiale di Cilavegna, gli attestati a coloro che “in vari modi avevano dato aiuto alla Sua Nazione” che Egli definì “crocifissa da una guerra che dura da anni…”.  
  
Si susseguirono negli anni successivi le visite di alcuni giovani collaboratori, che trascorrevano le loro ferie-lavoro per… dare una mano ai Missionari .

Inizia l’avventura

Nerino (come tutti Lo chiamavamo familiarmente) entrò giovanissimo nel mondo del lavoro; lavorò dapprima a Vigevano e successivamente, in CaRiPLo, a Milano; ma, nel tempo libero, il sabato, la domenica, si metteva a “disposizione” della Parrocchia, raccogliendo attorno a sé, in particolare, i giovani.  

Erano gli anni del boom dello SCOUTISMO ed Egli divenne l’animatore del GRUPPO SCOUT di Cilavegna. 

Si era alla fine degli anni ’70 e Nerino lavorò attivamente raccogliendo attorno a sé, schiere di giovani contagiati dal Suo carisma che li portava a compiere opere di bene, talvolta persino un po’… fuori del comune, tanto che anche il Parroco Don Mario Tarantola, definiva bonariamente, quella di Nerino, una banda di pazzi, tutti presi da una pazzia “scatenata dall’amore di Dio e che si chiama carità”. (da “L’ultimo mestiere di Dio”).

Un giorno del 1982, i giovani del GRUPPO SCOUT, nel “compiere la loro buona azione quotidiana” nei confronti di un giovane sbandato, entrano in contatto con Fratel Ettore, il “padre dei barboni” che frequentano la Stazione Centrale di Milano; i giovani sperimentano una realtà diversa da quella in cui vivono normalmente: la realtà della sofferenza e dell’umiliazione. 

Travolti dall’entusiasmo del loro animatore, si prodigano per raccogliere “montagne” di vestiti e portarli a Fratel Ettore.  

Per dare legalità al loro operato, costituiscono il GRUPPO DI SOSTEGNO Padre Francesco Pianzola (Sacerdote lomellino – 1881/1943 – annunciatore del Vangelo ai poveri, fondatore delle Suore Missionarie Immacolata Regina Pacis).  

Durante la campagna di sensibilizzazione 82/83 “PER UN NATALE DIVERSO PER NOI E PER LORO”, l’incontro con Don Vittorione (Don Vittorio Pastori) di Piacenza, fa sì che l’orizzonte si allarghi… arrivando in UGANDA, terra di lavoro di Don Vittorione; nell’estate 1983, alcuni giovani si recano in SIERRA LEONE ove trascorrono giorni intensi di lavoro manuale per i Missionari; è, per loro, un’esperienza che li arricchisce sul piano spirituale e che ripeteranno l’anno successivo.  

Le “CAMPAGNE DI SENSIBILIZZAZIONE” su vari temi, scelti di volta in volta, seguono l’andamento dell’anno scolastico; gli attivisti del Gruppo si recano a fare sensibilizzazione alle varie, numerosissime scolaresche della provincia di PAVIA – NOVARA – COMO – MILANO, ecc. raccogliendo viveri di prima necessità, prodotti igienici, sapone (40.000 pezzi!), medicinali, ecc.  

E cosi, il sabato e la domenica, Nerino ed i giovani partono con un automezzo preso in prestito, per la raccolta degli scatoloni, pieni di ogni ben di Dio, da destinare a Don Vittorione, a Don Enzo Boschetti (sacerdote che per primo, a Pavia, iniziò l’esperienza di raccogliere i giovani drogati in comunità), in OGADEN (Etiopia), in KENIA e nel MALAWI dove vennero finanziati due ospedali.