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I VOLONTARI

I volontari sono la linfa vitale dell’Associazione; attraverso di loro si traduce in realtà l’intervento della Provvidenza  che fino ad oggi ha reso possibile e tangibile un vero e proprio miracolo nel paese di Cilavegna.

Un ringraziamento di cuore va a tutti coloro che in questi anni hanno dedicato tempo e risorse alle tante attività della nostra Associazione. Senza di voi tutto ciò non sarebbe stato possibile.


Hai mai pensato di vivere in prima persona un’ esperienza di carità, solidarietà e di amicizia?
Non importa se il tempo che puoi donare è poco! Ognuno dà secondo le proprie possibilità ed attitudini.  Abbiamo sempre bisogno di nuove persone, nuove idee, nuove braccia; non servono particolari doti o carismi, solo buona volontà e un po’ di tempo da dedicare agli altri.

Vieni a trovarci presso il nostro magazzino oppure contatta i seguenti recapiti: 348 1463314 o redazione@pianzolaolivelli.it GRAZIE!

I valori in cui crediamo

In una bozza di introduzione dell’Associazione Pianzola Olivelli al Santo Padre, in preparazione ad una udienza,  Nerino scriveva queste parole, che sintetizzano i valori essenziali e profondi che animano i volontari dell’Associazione stessa:


“…BEATI GLI OPERATORI DI PACE… Noi siamo un gruppo di volontariato che prova a  portare un poco di sollievo a chi soffre… ma che vuole rifuggire da un attivismo gratificante solo per chi opera. Beati gli operatori di pace, vuol forse dire, oggi, che si fa la pace, che si promuove la pace dentro le coscienze, dentro agli animi,dentro le comunità piccole o grandi che siano, anche attraverso dei gesti concreti di solidarietà, … e questa solidarietà è possibile grazie alla generosità di tante e tante persone che, gratuitamente, mettono a disposizione dei deboli i propri talenti e lo fanno con una motivazione e una speranza:

• la motivazione è l’amore cristiano e la solidarietà umana;
• la speranza è la pace.


Beati gli operatori di pace: crediamo sia questo il senso della nostra opera di volontariato, di condivisione di quel poco che siamo e che abbiamo.

SERVO DI DIO NERINO COBIANCHI

L’Associazione Pianzola Olivelli intende presentare la figura di Nerino Cobianchi (1945 -1998), fondatore e presidente della stessa, promotore di tante iniziative ed attività, condotte con uno spirito di carità, a favore dei più poveri tra i poveri, che lo fece amare da tutti quelli che ebbero la fortuna e la “ventura” di conoscerlo, apprezzarlo, rimpiangerne la perdita prematura. Non osiamo pensare dove ci avrebbe portato con il suo sconfinato entusiasmo!

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CENNI BIOGRAFICI    
Nasce a Velezzo Lomellina (PV) il 25 giugno 1945; frequenta le Scuole Elementari a Lomello dove riceve la Prima Comunione e la Cresima. Affascinato dal Signore e dalla figura del sacerdote, inizia un percorso di discernimento vocazionale: entra nel Seminario di Vigevano, frequentando la V elementare e la I media; prosegue il cammino scolastico e vocazionale dai Padri Somaschi a Cherasco (CN). Dopo aver compreso che il Signore lo chiamava ad essere suo discepolo come fedele laico, prosegue gli studi a Vigevano.

Nel 1968 è assunto alla Cariplo di Milano: qui si dimostra eccezionale testimone di fede, suscitando adesione a Cristo e alla Chiesa. Si fa apostolo tra i colleghi, dando vita ad un gruppo di spiritualità per meditare la Parola di Dio. La sua testimonianza di preghiera conquista i cuori di molti, attratti dalla sua vita spirituale: essa è il motore del suo servizio ai più deboli.

Nel 1970 sposa Graziella Vitulo e dal loro matrimonio nascono Elena e Andrea. Nel novembre del 1974 si stabilisce con la famiglia a Cilavegna: da subito dimostra una straordinaria capacità di coinvolgere tanta gente, soprattutto giovani, attingendo al Vangelo e offrendo loro uno stile di vita caratterizzato dal dono di sé. Dà inizio a attività di solidarietà, che per quei tempi erano una forma di apostolato nuovo nel campo delle opere di carità.

Il 25 settembre 1989 fonda a Cilavegna l’Associazione Pianzola Olivelli, al servizio di quanti sono ai margini della società. Alla raccolta di denaro, cibo, indumenti per Paesi dell’Africa e dell’Europa, presso il Magazzino della Solidarietà, si aggiunge l’attività di recupero di quanti si trovano in situazioni di disagio. Sorge così la Casa di Accoglienza per ospitare giovani stranieri, donne e bambini in fuga da guerre e maltrattamenti, ragazze vittime della tratta.

Colpito da una grave malattia, la vive con granitica fede e occasione di suprema offerta di sé, non cessando, per quanto possibile, di proseguire la sua attività in favore degli ultimi. Muore prematuramente il 3 gennaio 1998, a 52 anni, lasciando un’eredità preziosa a livello sociale, ecclesiale e spirituale.

PRINCIPALI OPERE DI NERINO COBIANCHI

Nel 1989, acquistata una vecchia casa colonica, in Cilavegna, vicolo Manzoni 1/3, Nerino ne decide la ristrutturazione, in vista di quella che diventerà la CASA DI ACCOGLIENZA; molti anni prima, durante un pellegrinaggio alla Madonna della Guardia (Genova) aveva avuto l’ispirazione di non raccogliere più solo ‘stracci’ da inviare nei Paesi del Terzo Mondo, ma di recuperare persone, togliendole dalla strada e dall’indigenza. Certosino fu il lavoro di preparazione: contatti con esperti, riunioni dei consiglieri, contrasti, consensi, al fine di pervenire ad una ideale sistemazione dei vari ambienti, ma soprattutto per decidere a quali persone destinare la futura casa. Obiettivo primario era quello di togliere dalla strada giovani immigrati e dare loro accoglienza, insomma un ‘tetto’, avviandoli, contemporaneamente, all’apprendimento di un lavoro o di una particolare istruzione, senza tuttavia dimenticare i giovani angolani che sarebbero stati ospiti, temporaneamente, della Casa, in Italia, per motivi di studio o di lavoro. Il momento era arrivato, dopo tanti anni! Era intenzione di Nerino, di avvalersi per la ristrutturazione soprattutto e per quanto possibile, del Volontariato; e così avvenne, grazie all’aiuto ed alla collaborazione di un gruppetto di anziani che, con grande disponibilità di tempo e di capacità tecniche, in meno di diciotto mesi, costruirono la parte Sud-Est della casa. Furono mesi di intenso lavoro, ma anche di grande soddisfazione per Nerino, che vedeva realizzato uno dei suoi sogni. Insostituibile fu l’apporto dei giovani del GRUPPO EXODUS di don Mazzi, ospiti a gruppi, della casa e degli AVIERI DEL XII GRUPPO RADAR DI REMONDO’ il cui comandante aveva ‘sposato’ l’idea di Nerino. Dopo la parte Sud si provvide alla ristrutturazione dell’ala Nord o zona notte nonché di un appartamentino destinato alla Direzione della casa stessa. S.E. Mons. Locatelli, Vescovo di Vigevano, cui l’opera di Nerino stava particolarmente a cuore, improvvisava, di tanto in tanto, una visita agli addetti ai lavori, così come don Mazzi, in visita ai ‘suoi’ ragazzi. Non meno prezioso l’apporto di lavoro gratuito o di materiali adatti alla rifinitura dei vari ambienti, da parte di ditte locali e di paesi vicini e lontani, così come furono determinanti i contributi generosissimi, da parte di banche, come Cariplo, Fondazione C.R. Parma e Piacenza, Fondo di Solidarietà tra i dipendenti Cariplo.

Nel frattempo, Nerino, captato l’appello di alcuni medici che operavano a Sarajevo (al tempo della guerra nei Paesi della ex Jugoslavia), con la tempestività e la generosità che gli erano congeniali, si mette in comunicazione con la Caritas di Zagabria per l’invio di aiuti umanitari a favore della popolazione in guerra. Parte egli stesso per il primo viaggio, con due autisti Cariplo, come sempre disposti a seguirlo; al primo, seguirono numerosi altri viaggi, spesso in collaborazione con varie Caritas o Parrocchie; fu donato di tutto: somme di denaro, viveri, generi di abbigliamento, medicinali, scaffalature, mezzi di trasporto, un’autoambulanza. Un giorno, incontrato Padre Leonard Orec, dell’Ordine dei Frati minori e presidente dell’Associazione MEDIUGORJE – MIR, che lo informa circa i campi profughi dove, donne e bambini erano trattenuti in condizioni, a dir poco, disperate, decise di ospitarne un gruppo nella Casa di Accoglienza. La Casa non é ancora del tutto completata, quando il 15 novembre 1993, arriva un primo gruppo di profughi bosniaci, cui ne seguirà un secondo, per un totale di ventidue persone (quindici adulti e sette bambini). Per ben tre anni, i profughi bosniaci rimasero ospiti della Casa; coinvolta dal coraggio e dall’umanità dimostrati da Nerino, tutta la popolazione di Cilavegna e dei paesi vicini si mobilitò: Parroco, Amministrazione Comunale, Autorità scolastiche, Associazioni varie, quasi in una gara di solidarietà offrirono viveri, vestiario, ospitalità ai bambini, spettacoli appositamente preparati per loro, gite, giorni di vacanza al mare! Una famiglia di Cilavegna “adottò” uno dei giovani, offrendogli la possibilità di continuare gli studi, fino al diploma liceale, esempio di vera, concreta e grande solidarietà.

La sottoscrizione lanciata da Nerino in occasione del Natale 1993 “Aggiungi un posto a tavola” tra i dipendenti Cariplo, con la richiesta di settemila lire al mese (controvalore di un buono-pasto) trova unanime consenso, permettendo il sostentamento degli ospiti, così come fu sollecito l’aiuto da parte del Comune e della Regione Lombardia. Moltissimi i riconoscimenti da parte di autorità civili e religiose, pervenute all’Associazione, nei mesi successivi alla partenza degli ospiti, alcuni accompagnati da Nerino stesso, fino alle loro case in Bosnia.

Durante il periodo in cui furono ospiti i profughi della Bosnia, il 15/05/1994 fu inaugurata la CASA DI ACCOGLIENZA, alla presenza del Card. Do Nascimento, dell’Eurodeputato Maria Pia Cassanmagnago, di Sindaci, autorità civili, militari e religiose.

Nel 1996, quando ancora non tutti i profughi avevano lasciato la Casa, iniziava una nuova ‘epoca’ per la Casa stessa, quello dell’ACCOGLIENZA offerta a ragazze vittime della tratta e dello sfruttamento sessuale. A favore delle ragazze viene attuato il Progetto “LA SAMARITANA” attraverso il quale e con l’aiuto dell’équipe, l’Associazione attua un programma di convincimento a lasciare per sempre il ‘passato’ e, attraverso la vita comunitaria, il lavoro, lo studio, consenta il loro inserimento nel contesto sociale.

E’ il 12 febbraio 1991 quando la prima ondata di profughi albanesi sbarca sulle coste pugliesi, le immagini degli emigrati disperati, raccolti negli stadi e delle barche stracolme di profughi che tentano di attraversare il mare, in fuga verso la libertà ed alla ricerca di condizioni economiche e sociali migliori di quelle del loro Paese, fanno sì che Nerino, tornato dal lavoro nel tardo pomeriggio, si metta alla ricerca di giovani che l’aiutino a caricare il pulmino di generi alimentari, vestiario, medicinali. L’impresa, con quel pullmino ben poco efficiente, fu davvero disperata; lungo la strada, succede di tutto, ma Nerino arriva “primo” tra i rappresentanti delle Associazioni di Volontariato, delle Istituzioni dello Stato e delle Protezione Civile. Da allora, l’Albania non fu mai più dimenticata! I contatti con l’Albania continuarono più intensi che mai, viste le condizioni socio-politiche del Paese; il primo viaggio – via terra – Nerino lo fece con Don Siro Invernizzi e i sigg. La Bruna e Boscarato (autista Cariplo) viaggio al quale ne seguirono altri da parte di collaboratori e di tecnici che eseguirono lavori all’Ospedale di Durazzo, privo di luce, acqua e riscaldamento ed al quale fu donato un ecografo. Fu pure ristrutturato l’ospedale di Elbasan ed installato un inceneritore di rifiuti ospedalieri presso l’Ospedale di Tirana. In collaborazione con i militari della “MISSIONE PELLICANO”, furono inviate attrezzature di ogni genere. Fu offerta ospitalità presso la nostra Casa ad un medico, in Italia per ragioni di studio, ed infine fu instaurata una ottima collaborazione con l’A.G.I.M.I. (un lembo di terra albanese in Italia) di Otranto per quanto riguardava la spedizione di container in Albania.

Contemporaneamente, si inviavano aiuti in Macedonia, Romania, alle Chiese dell’Est Europeo, in Bolivia ed ovunque ci fosse qualche emergenza: Somalia, Ruanda, India, spesso con somme di denaro, frutto di sottoscrizioni alle quali partecipavano dipendenti Cariplo e benefattori. Ogni cosa richiedeva un certosino lavoro di preparazione con le autorità civili e religiose, dalle quali, successivamente pervennero ringraziamenti e riconoscimenti. Nerino era instancabile. Il lavoro di preparazione e di coordinamento lo impegnava per ore ed ore di ritorno da Milano, ogni sera e spesso fino a tarda notte.

Negli anni ’90 l’Angola non fu certo dimenticata. Svanita la possibilità di costruire il Centro sociale, a Luanda, il Card. Do Nascimento, trovandosi Nerino in Angola, nell’aprile 1992, gli propose la costruzione di quattro CENTRI PRO-VITA, caldeggiati dal Santo Padre durante la Sua visita in Angola. Ci volle un lungo e difficile periodo di preparazione, anche per questa nuova e gravosa iniziativa. L’arch. Bigliardi, si impegnò per quanto era di sua competenza; altri collaboratori si diedero da fare per la ricerca dei materiali, tanto che, nel maggio ’94 partì un container con tutto il necessario per il primo prefabbricato, la prima della quattro ‘microstrutture’ destinate all’assistenza medica per la maternità e la prima infanzia, stante le condizioni igienico-sanitarie molto carenti in Angola dove il tasso di mortalità infantile è uno dei più alti tra i Paesi in via di sviluppo e dove la popolazione con accesso ai servizi sanitari è solo del 30%. Il 28.10.94, alla presenza di Nerino, dell’arch. Bigliardi, del Vescovo di Vigevano Mons. G. Locatelli, e del Card. Do Nascimento, fu inaugurato il 1° Centro Pro Vita. Al primo Centro, ne seguirono altri due per i quali l’Associazione si avvalse di un contributo della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) e della CE (Commissione Europea) nonché dell’offerta di centinaia di benefattori, sensibilizzati, circa il problema, da ‘sottoscrizioni’ nel corso dei vari anni in cui si attivarono i lavori. I Centri, la cui operatività medica fu affidata al Pr. Mario Castagnini, medico missionario dell’Opera don Calabria, sono dislocati nei punti più poveri e diseredati della periferia di Luanda; un quarto Centro fu messo a disposizione da S.E. il Cardinale Do Nascimento. Dopo due anni, il funzionamento dei Centri fu affidato alle autorità locali: tale è sempre stato lo scopo dell’Associazione, rendere responsabili gli angolani di ciò che era stato loro donato.

Dal 1993, a Luanda, funziona anche il CENTRO DI CURE ODONTOIATRICHE, del quale é responsabile il Dr. M. Scarpa, socio dell’Associazione, ed il cui scopo è quello di alleviare tante sofferenze ad una popolazione che, praticamente, manca di tutto.

Sempre a favore del popolo angolano, Nerino fu uno dei primi ad attuare le ADOZIONI A DISTANZA; venuto a conoscenza, nel 1990, tramite Don Elio Damoli e Pr. Castagnini, del MOVIMENTO ANA ITUNGU (orfani) sorto per iniziativa di un Missionario dello Spirito Santo, Padre B. SANCHEZ, nei pressi di Luanda, a Ndalatando e che aveva come finalità l’assistenza agli orfani, Egli diede subito inizio all’iniziativa delle Adozioni a distanza. Nel solo 1992 furono adottati 267 bambini! I bambini orfani, numerosissimi a causa della lunga guerra, vengono accolti presso i Centri di: Kifangondo, Cacuago, Benguela. Da quell’anno, l’Associazione Pianzola Olivelli si attivò per inviare numerosi containers a favore dei tre Centri con viveri, vestiario, prodotti per l’igiene; ma anche oggetti d’uso scolastico e materiale di arredamento, recuperato presso scuole, comuni, enti sociali, ospedali. La Cariplo, donò armadi, scaffalature, pareti divisorie, ecc. Numerosissime le adozioni da parte di benefattori, scolaresche, ditte. Ai bambini, presso i Centri, vengono assicurati almeno un pasto al giorno e le cure mediche e possono frequentare Corsi di alfabetizzazione o le Scuole Elementari, che, ultimamente sono state riconosciute dal Ministero dell’Istruzione Angolano. Non vengono dimenticate le mamme, le quali possono frequentare Corsi di istruzione, di igiene, di cucito, di cucina. A favore dei bambini, fu inviato in Angola anche un Bus, dono di un benefattore di Vigevano per il trasporto degli alunni, dai villaggi della periferia alle Scuole, in Luanda.

Altra grandiosa realizzazione, voluta diciamo quasi ‘caparbiamente’ da Nerino è il “MAGAZZINO DELLA SOLIDARIETA'” in Cilavegna – via Gravellona – costruzione del resto, più che necessaria, se si voleva continuare la ‘lotta allo spreco” da sempre sostenuta dall’Associazione e che consiste nella raccolta e riutilizzazione di attrezzature donate da benefattori, scuole, ospedali, ditte, parrocchie. Nerino ne parlò alla prima Assemblea dei soci proponendo l’acquisto di un appezzamento di terreno sul quale costruire il CENTRO TERESIO OLIVELLI di cui il magazzino avrebbe costituito la prima struttura, dal momento che l’Associazione non possedeva un ambiente adatto allo stoccaggio dei vari materiali. L’idea era ottima, ma certo non era cosa da poco! Lunghi e macchinosi i preamboli; tuttavia, nel marzo 1995, con una simbolica cerimonia, viene posta la “prima pietra” del futuro magazzino, alla presenza del Vescovo di Vigevano, Mons. Locatelli.  Migliaia di lettere-invito per la raccolta di fondi vengono inviate ai dipendenti Cariplo, a moltissime Banche in tutta Italia, a ditte specializzate perché donino materiale edilizio o rendano disponibili le loro attrezzature, a volontari, perché offrano qualche ora del loro tempo libero; organizza “campi di lavoro” nella stagione estiva, iniziativa che vede la collaborazione (1995) dei volontari del CLAN FUOCO di Cernusco Lombardone (Como) e di quelli della GIOVENTU’ FRANCESCANA di Sannicandro di Bari, degli obiettori di coscienza in carico all’Associazione, dei giovani del GRUPPO EXODUS, tutti impegnati nello scavo delle fondamenta, sotto la guida e l’occhio esperto degli ‘anziani’ volontari della nostra Associazione, che già si erano impegnati nella costruzione della Casa di Accoglienza, nonché del responsabile dei lavori, Ing. Massara. Giornalisti ed attivisti sono mobilitati a sensibilizzare l’opinione pubblica, attraverso la stampa, a dare notizie sullo svolgimento dei lavori e, soprattutto, a rendere note le finalità della nuova costruzione: lo stoccaggio del materiale raccolto dai volontari, “……AFFINCHE’ NULLA VADA PERDUTO” tra le tante cose che, ritenute obsolete, vengono gettate anche nelle discariche; i materiali, riparati e riordinati servono ai “più poveri tra i poveri” di tutto il mondo ed ancora, offrire ad altre Istituzioni, prive di magazzino, la possibilità di stoccare i materiali raccolti per tutta la Lombardia, dal momento che, nella realtà locale, non esisteva allora una struttura simile per capienza: ben 2250 mq. L’estate 1996 vede la collaborazione dei volontari inviati dalla I.B.O. (INTERNATIONAL BOW ORDE) di Ferrara; i giovani provengono dall’OLANDA e dal BELGIO; a gruppi di 8/10 si danno il cambio per tutta l’estate, con loro operano gli Scout Pavia 2.

Nel febbraio 1997 i lavori sono giunti al termine, in particolare la parte del magazzino riservata alla COOPERATIVA ‘IL BUON SAMARITANO’ di cui l’Associazione Pianzola Olivelli è uno dei soci fondatori e che, dislocata per qualche tempo a Vigevano troverà posto nel magazzino. Il 1° giugno 1997, il Magazzino della Solidarietà, fu inaugurato con il tradizionale “taglio del nastro” presenti autorità civili, religiose e militari, tra le quali il Card. Do Nascimento, il dr. Molinari, presidente della Cariplo che ebbe parole di elogio per la realizzazione della nuova struttura, destinata a diventare un “Centro di raccolta” per tutta la Lombardia. La parete Sud del magazzino è abbellita da un mosaico che riporta il ‘detto’ evangelico: “RACCOGLIETE TUTTI I PEZZI AVANZATI, AFFINCHE’ NULLA VADA PERDUTO”, mentre sul lato Est giganteggiano i “ritratti ambientali” di Padre Pianzola e di Teresio Olivelli, patroni dell’Associazione. residente in Roma.

CRONOLOGIA CAUSA DI BEATIFICAZIONE 

La Causa di beatificazione è un vero e proprio processo, con giudici e testimoni, un atto giuridico rivestito da un significato ecclesiale per la Chiesa di Cilavegna e di tutta la Diocesi, chiamata a riflettere e riconoscere nell’esempio di santità di Nerino Cobianchi, il volto sorridente della comunità dei fedeli, la sua mano tesa che aiuta e accoglie. Giova ricordare che tutto il lavoro del tribunale è coperto dal segreto istruttorio, per questo motivo non è possibile, nonostante le numerose richieste, divulgare notizie dettagliate.

5/9/2019 A seguito di una pluralità e coralità di richieste, pervenute nel corso degli anni da più parti, e su impulso di mons. Mario Tarantola, l’Associazione Pianzola Olivelli si riunisce in Assemblea straordinaria, aperta al pubblico, durante la quale i soci e i presenti manifestano la volontà di avviare la Causa e nominano il Gruppo Promotore (Banfi Paolo, Bigliardi Oscar, Catenaccio Franco Giovanni, Cobianchi Elena, De Bernardi Luigi, Ghiotto Enrico, Massara Giovanni, Omodeo Zorini Margherita, Paesan Maria Angela, Ravazzani Carlo). L’Associazione in questo modo si costituisce Attore della Causa, impegnandosi a sostenere economicamente e giuridicamente tutte le azioni necessarie.

7/9/2019 L’ Associazione Pianzola Olivelli nomina Postulatore della Causa mons. Paolo Rizzi, che vanta esperienza in molte altre cause. Successivamente nomina amministratore del fondo dei beni della causa la rag. Rita Figgiaconi. La Commissione storica sarà invece composta da Alessandro Lodigiani, Gabriella Panzera e Luigi De Bernardi, i quali si faranno carico del gravoso e fondamentale lavoro di raccolta e catalogazione di una gran quantità di documentazione, al fine di ricostruire la vita e la santità di Nerino, così come le opere da lui realizzate.

8/10/2019 il Postulatore presenta al vescovo di Vigevano il Libello di domanda, con il quale chiede l’inizio della Causa e dell’Inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche e la fama di santità del Servo di Dio.

1/11/2019 S.E. Maurizio Gervasoni promulga l’editto con il quale rende pubblico e porta a conoscenza il Libello di domanda e invita tutti i fedeli a far pervenire alla cancelleria vescovile notizie utili riguardo la Causa, lettere e scritti del Servo di Dio.

31/1/2020 Il Vescovo di Vigevano decreta l’inizio della Causa e nomina il tribunale ecclesiastico costituito da mons. Paolo Bonato (giudice delegato), don Lorenzo Montini (promotore di giustizia), dott. Giovanni Paolo Rabai (notaio). Nonostante le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria, il Tribunale ha lavorato alacremente e sta per concludere la fase istruttoria del processo, che prevedeva l’interrogatorio dei testimoni, i quali, molto volentieri hanno attestato la propria esperienza di fede condivisa con il Servo di Dio, per comprovare l’esemplarità della sua vita cristiana. 

18/2/2020 Associazione P.O. nomina amministratore del Fondo di beni della Causa Rag. Rita Figgiaconi.

21/3/2020 La solenne cerimonia di apertura dell’Inchiesta diocesana della Causa di beatificazione e canonizzazione, prevista per le 15.30 nella Cattedrale di Vigevano, viene annullata a causa dell’epidemia da Coronavirus.

6/6/2020 alle ore 10.00 il Tribunale ecclesiastico si insedia, in forma privata a causa della pandemia, presso il palazzo vescovile, alla presenza del Vescovo, degli officiali, di rappresentanti della famiglia e dell’associazione.

3/10/2020 alle ore 15.00 alla presenza di autorità, associazioni, fedeli e privati cittadini, si svolge la manifestazione pubblica di intitolazione di una strada e di un’area verde al Servo di Dio Nerino Cobianchi, presso il Comune di Velezzo Lomellina, suo paese natale. La numerosa partecipazione all’evento dimostra come l’esempio concreto di testimonianza umana e cristiana di Nerino abbia lasciato il segno nel territorio lomellino nonostante siano trascorsi oltre 22 anni dalla sua dipartita

17/10/2020 presso il Santuario “Madonna della Bozzola”, si è tenuta la Veglia Missionaria diocesana, alla presenza di S.E. Mons. Maurizio Gervasoni. Promossa dall’ufficio missionario diocesano la serata è stata diretta da don Paolo Nagari, titolare dell’ufficio stesso. Durante la S. Messa, prima dell’omelia, sono state presentate, con immagini e commenti, le figure di Nerino Cobianchi e di due giovani missionari della fede: Carlo Acutis di Milano, deceduto nel 2006 a soli 15 anni, recentemente proclamato beato, e Giulia Gabrieli di Bergamo, mancata nel 2011 a 14 anni nel pieno dell’adolescenza, per la quale è in corso la causa di beatificazione. Le tre figure hanno condiviso in vita l’impegno sociale e la sofferenza causata dal cancro, alla quale hanno saputo rispondere con fede semplice e profonda, testimoniando con gesti e preghiere il coraggio e la speranza di fronte alla malattia. Il Vescovo ha rimarcato l’importanza di questi esempi positivi, ancor più importanti in questo periodo di incertezze e paure per il futuro, e la necessità per ogni cristiano di impegnarsi in prima persona, seguendo l’invito di Papa Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale 2020: “Eccomi, manda me!”.

2/10/2021 ore 10.00 Duomo di Vigevano: Cerimonia di Chiusura dell’inchiesta diocesana. Sessione pubblica solenne del Tribunale ecclesiastico diocesano.

Dicembre 2021 Raccolta diocesana di alimentari “Un sorriso per Nerino”.

8/1/2023 Ricorrenza 25 anni dalla morte di Nerino: ore 9.30 preghiera sulla tomba di Nerino. Ore 10.30 Santuario Madonna della Bozzola, celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo di Vigevano, Mons. Maurizio Gervasoni. Ore 12.30 inaugurazione del Memoriale presso Casa Nerino Cobianchi, Cilavegna.

Occorre evidenziare l’affetto e la comune partecipazione con i quali, nonostante il difficile periodo storico, è stato seguito questo cammino che auspichiamo possa portare a riconoscere ufficialmente l’impegno di vita cristiana di Nerino. Egli era apprezzato dai parrocchiani e dalla società civile di Cilavegna, dai ragazzi dell’Oratorio e del Gruppo Scout, dal suo parroco don Mario e dal suo vescovo Giovanni, che ne hanno sempre seguito paternamente e cordialmente le realizzazioni caritative. Tale apprezzamento era presente anche nei suoi collaboratori, nei colleghi di lavoro, nei poveri e nelle realtà che ha sostenuto, nei molti amici. 

La fama di santità che aveva già in vita, è esplosa nel giorno dei suoi funerali e perdura con crescente fervore grazie al vivo ricordo di molti. Durante questo percorso sono giunte, all’Associazione Pianzola Olivelli e al Postulatore, innumerevoli attestazioni di stima e di devozione, ricordi di vita e testimonianze. La Causa rappresenta, infatti, anche una preziosa occasione per rileggere e riscoprire, sulla base di solide prove, il personaggio e le opere da lui realizzate.

Nel caso di Nerino, la Causa di beatificazione consente di delineare nella sua completezza il profilo biografico e spirituale di quest’uomo di grande fede e di ardente carità. Allo stesso tempo, dal lavoro investigativo del Tribunale e della Commissione storica, emergono elementi di prova interessanti che, oltre a delineare il profilo cristiano virtuoso di Nerino, delineano il volto della sua creatura, l’Associazione Pianzola Olivelli, sorta in un contesto ecclesiale e con indubbia ispirazione cristiana. Il lavoro processuale si è rivelato utile anche per il cammino della nostra Associazione, che ha mantenuto salde le proprie radici, il proprio patrimonio spirituale e morale, che da oltre 30 anni opera nell’attualità della Chiesa e della società, con entusiasmo, seguendo il solco tracciato dal fondatore.

Per informazioni, testimonianze, comunicazioni di grazie ricevute rivolgersi a:

ASSOCIAZIONE PIANZOLA OLIVELLI – Via Gravellona 59 – 27024 Cilavegna (PV) 

0381 450071 – 348 1463314 – redazione@pianzolaolivelli.it  

Preghiera per la Causa di Beatificazione

O Dio che in ogni tempo susciti nella tua Chiesa testimoni di fede, speranza e carità, ascolta la nostra preghiera: degnati di glorificare il tuo servo Nerino Cobianchi, modello di sposo e padre cristiano.

   Testimone nella sequela di Gesù buon samaritano, egli ha fatto della sua vita dono totale al servizio dei più poveri, degli scartati, degli ultimi, fino a superare i confini nazionali.

   Ci sostenga la tua Grazia, ci aiuti il suo esempio perché possiamo vivere forti nella fede ed operosi samaritani di carità. Per i meriti e l’intercessione di Nerino Cobianchi, concedi a noi le grazie che con fiducia imploriamo.

   Salga a te, Padre, per Gesù tuo Figlio e nella potenza dello Spirito Santo, lode perenne per i secoli eterni. Amen.                                                             

                                                                                    Maurizio Gervasoni, Vescovo di Vigevano

 

Per dare concretezza a tanti ricordi, promuovere la figura di Nerino, riassumere la sua opera e quella dell’Associazione, sono stati pubblicati tre volumi che potete richiedere a redazione@pianzolaolivelli.it

 

Nerino “Folle” di Dio

Nerino Cobianchi. Missionario della Carità

Ragazzi per un Mondo nuovo

Insieme all'amico Nerino Cobianchi desideriamo ricordare tutti coloro che in tanti modi hanno collaborato con lui e con la sua Associazione e, insieme a lui, ci aspettano alla Casa del Padre:
achille bonzanini
angela trovati
angelo omodeo zorini
antonio bonaschi
battista campana
carlo nai
carlo vailati
daniela greco d’alceo
davide colli
ferdinanda ferri
franca comeglio
fulvio d’aiello
gaspare trovati
gianni paesan
gianpaolo pregnolato
gina cortese
giordano braghiroli
giovanna granata
giovanni battista pisani
giovanni corbella
giovanni falzoni
girolamo iambrenghi
giuseppe campana
giuseppe labò
giuseppe lorena
lorenzo bellati
luciano magistretti
luigi omodeo zorini
luigia balzarotti
luigino sparapan
maria antonia tornaghi
mons. giovanni locatelli
mons. giovanni nervo
natale zampieri
vincenzo colli
padre leonard orec
remo vitulo
renato corbella
roberto biscaldi
romolo vitulo
rosa meloni
rosalba bonzanini
santina pozzessere
suor giovanna conchi
umberto baratti

vera ndrepepaj

Il Venerabile Teresio Olivelli

 

Nato a Bellagio (CO) nel 1916, Teresio Olivelli frequenta le ultime classi elementari a Zeme, dove la famiglia ritorna nella casa paterna. Dopo il Ginnasio a Mortara e il Liceo a Vigevano, si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Pavia, come alunno del collegio Ghislieri.

Nel tempo degli studi ginnasiali, liceali e universitari, come pure nell’anno di insegnamento universitario, a Mortara, a Pavia e a Torino, partecipa intensamente alle attività di Azione Cattolica e della Fuci e della S. Vincenzo, E’ questo il periodo in cui diventa più concreta la sua vocazione alla carità, che testimonia con crescente ardore. Laureatosi nel novembre 1938, si trasferisce all’Università di Torino come assistente della cattedra di diritto amministrativo. Inizia una stagione di intenso impegno socio-culturale, caratterizzato dallo sforzo incessante di inserirsi criticamente all’interno del fascismo, con il proposito di influirne la dottrina e la prassi, mediante la forza delle proprie idee ispirate alla fede cristiana. Questo tentativo di “plasmare” il fascismo è finalizzato unicamente ad affrontare un’emergenza: la costruzione di una società migliore.

Nel 1940 è nominato ufficiale degli alpini: chiede di andare volontario nella guerra di Russia per stare accanto ai giovani militari e condividerne la sorte. Sopravvissuto alla drammatica ritirata, mentre tutti fuggono egli si ferma a soccorrere eroicamente i feriti, con gravissimo rischio. Rientrato in Italia nella primavera del 1943, abbandona definitivamente la brillante carriera “romana” e, all’età di 26 anni, ritorna in Provincia per dedicarsi all’educazione dei giovani come rettore del Ghislieri, avendo vinto il relativo concorso al quale si era presentato prima di partire per il fronte russo.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 si trova ancora sotto le armi e, non volendo farsi complice dello straniero che occupa l’Italia, non si arrende ai tedeschi, pertanto viene arrestato e deportato in Germania. Fuggito si inserisce nella resistenza cattolica bresciana. Quella di Teresio Olivelli è sì una partecipazione generosa alla lotta di liberazione con le altre forze sociali del Paese, ma più profondamente è testimonianza viva del Vangelo in tutte le espressioni della carità per l’uomo, in momento in cui si accendono i roghi dell’odio. Fonda Il Ribelle, foglio clandestino di collegamento tra i partigiani di ispirazione cattolica; Scrive la famosa preghiera “Signore facci liberi”, comunemente detta “Preghiera del ribelle”, perché destinata all’orazione dei partigiani, chiamati ribelli. In questo testo definisce se stesso e i suoi compagni “ribelli per amore”. Segue la deportazione nei campi nazisti prima in Italia, poi in Germania: Fossoli, Bolzano-Gries, Flossenburg, Hersbruck: Teresio comprende che è giunto il momento del dono totale e irrevocabile della propria vita per la salvezza degli altri. In questi luoghi aberranti il dovere della cristiana carità portato fino all’eroismo, diventa per lui norma di vita: interviene sempre in difesa dei compagni percossi, rinuncia alla razione di cibo in favore dei più deboli e malati. Resiste con fede, fortezza e carità alla repressione nazista, difendendo la dignità e la libertà di tanti fratelli.

Questo atteggiamento suscita nei suoi confronti l’odio dei capi baracca, che di conseguenza gli infliggono dure e continue percosse. Esse non fermano il suo slancio di carità, a causa del quale è consapevole di poter morire: tuttavia sceglie di correre tale rischio. Ormai deperito, si protende in un estremo gesto d’amore verso un giovane prigioniero ucraino brutalmente pestato, facendo da scudo con il proprio corpo. Viene colpito con un violento calcio al ventre, in conseguenza del quale muore il 17 gennaio 1945.

Il Beato Padre Francesco Pianzola

Nato a Sartirana Lomellina, in provincia di Pavia, il 5 ottobre 1881, Francesco viene a contatto già da piccolo alle fatiche e alle sofferenze degli agricoltori, dei braccianti agricoli e soprattutto delle mondariso che giungono da lonatno in Lomellina per trovare lavoro.
Ragazzo pio, aperto e riflessivo, sente nascere in sè la vocazione sacerdotale. Studia presso il Seminario di Vigevano (PV) e il 16 marzo 1907 viene ordinato sacerdote.
Da sacerdote, Francesco non dimentica i lavoratori dei campi, e, la passione di essere annunciatore del Vangelo nella sua terra, prediligendo gli umili, i dimenticati delle campagne e ora anche delle fabbriche, lo spinge alla predicazione itinerante rivolgendosi al popolo e ai giovani.
Dal contatto vivo e profondo con la sua gente, della quale conosce la fame di verità e dalla conoscenza sofferta della situazione della donna dei campi e nelle fabbriche, percepisce la voce di Dio che lo chiama a realizzare nuove iniziative apostoliche al fine di arrivare a tutti e spezzare per ciascuno il pane del Vangelo.
Fonda perciò la Congregazione delle Suore Missionarie dell’Immacolata Regina della Pace, stabilendo la casa madre a Mortara, il “capoluogo” della Lomellina, perchè “piccoli e poveri Gesù, serve di anime povere” andassero a cercare i più lontani nelle fabbriche e in campagna, nei cortili, nelle periferie, per assisterli e confortarli, per ripetere “con semplicità e amore” la Parola che salva, collaborando al sacerdozio cattolico.
Padre Pianzola, circondato da grande affetto e fama di santità, consumato dalle fatiche e dalla carità, muore nella casa generalizia delle sue suore a Mortara il 4 giugno 1943, dove oggi riposa.
E’ stato definito: ” l’apostolo della Lomellina” dalle autorità ecclesiali, e semplicemente della gente: “al pref sant di mundini”, il prete santo delle mondine.
Papa Benedetto XVI lo ha dichiarato “venerabile” il 26 giugno 2006 e proclamato beato il 4 ottobre 2008 nel Duomo di Vigevano dal cardinale Josè Saraiva Martins, prefetto emerito della Congregazione per le Cause dei Santi, davanti ad una folla di 6 mila persone.

Per informazioni, richieste di immagini e biografie rivolgersi a:
Suore Missionarie dell’Immacolata Regina Pacis
via SS. Trinità 16
Mortara (PV)

I NOSTRI PATRONI

L’Associazione Pianzola Olivelli è nata dall’infaticabile opera di Nerino Cobianchi (1945-1998) ed è intitolata al Beato Padre Francesco Pianzola (1881-1943) fondatore delle “Suore Missionarie dell’Immacolata Regina Pacis”, e al Servo di Dio Teresio Olivelli (1916-1945) morto martire del campo di concentramento di Hersbruck in Germania. Cliccando sui loro nomi potrete leggere alcuni cenni biografici.

Il Beato Padre Francesco Pianzola

Il Venerabile Teresio Olivelli